Le quattro tappe
I Percorsi di Betania sono nati a Roma nel 2004 e traggono ispirazione dalle Catechesi di Giovanni Paolo II.
I Percorsi di Betania sono un itinerario di formazione-azione ormai sperimentato in numerose diocesi, che ha come destinatari coppie disposte a lavorare su di sé, che vogliono mettersi in discussione e migliorare la qualità della relazione.
Si sviluppano in 4 tappe della durata di un weekend ciascuna
In ciascun incontro si utilizza una molteplicità di strumenti formativi, sia cognitivi che emotivi, che spaziano dalla Lectio divina al “Laboratorio psico-spirituale” affrontando tematiche di natura antropologica, teologica, psicologica, filosofica e sociologica. Nel loro insieme, i Percorsi di Betania costituiscono un progetto formativo e un metodo di pastorale familiare nella postmodernità.
Per ogni tipo di crisi relazionale il progetto formativo del Centro Betania utilizza appositi strumenti di misurazione e verifica della qualità delle relazioni affettive (sposogramma), delle influenze delle famiglie di origine nelle crisi di coppia (genogramma), delle peculiari “passioni tristi” di ciascun partner, legate a costanti che la tradizione cristiana definisce, ad esempio, come superbia, invidia, tristezza (viziogramma) e alla convinzione che dietro ogni crisi di coppia vi sia un problema di potere (dominiogramma). Alla base dei Percorsi c’è un approccio di ascolto e di scoperta delle fragilità inevitabilmente correlate alla relazione di coppia e al rapporto genitori-figli. Ed essi si sviluppano attraverso le metodologie della formazione-azione, mettendo a disposizione delle coppie strumenti per la cura e l’accompagnamento delle famiglie, nella convinzione che “prendersi cura” della propria relazione è la vera terapia per affrontare le tante difficoltà della vita matrimoniale.
Una peculiarità del metodo è quello che abbiamo definito kenegdo, associando questa espressione ebraica di Genesi 2,18 al suo significato profondo. In tutti gli incontri è fondamentale un momento in cui la coppia si ponga fisicamente faccia a faccia, in atteggiamento di ascolto, dialogo, condivisione, scambiandosi emozioni, pensieri e riflessioni, alla luce dei risultati del lavoro di laboratorio. L’originalità del metodo di Betania è quella di prevedere sempre – oltre al lavoro individuale su se stessi e quello di gruppo – il lavoro di coppia, i cui esiti restano privati o liberamente condivisi, a seconda della valutazione della coppia. Il kenegdo (faccia a faccia) segue sempre l’esercizio proposto nel laboratorio e anticipa la condivisione in plenaria. Questo rappresenta il punto fondamentale del metodo.
I Percorsi di Betania intendono concorrere a formare operatori di Pastorale familiare nell’ambito delle Parrocchie e dei decanati. Una Pastorale familiare incarnata e scevra da assolutismi e idealizzazioni, nella linea conciliare, in sintonia magistero di Papa Francesco. Una Pastorale familiare fondata sul primato della relazione, dell’ascolto, dell’accoglienza e dell’accompagnamento, come suggerisce il Capitolo VI dell’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia.
Nei Percorsi di Betania, infine, accanto alla dimensione spirituale e a quella psicologica delle relazioni familiari, coltiviamo una particolare attenzione alla vita sociale e al ruolo della famiglia nel cambiamento sociale, ispirandoci alla Dottrina sociale della Chiesa.